Milano
diventa capitale della moda equa e solidale. Per tre giorni -dal 22 al 24
Maggio 2015 ad apertura della
World Fair Trade Week-, lo Spazio Ex-Ansaldo di via Tortona 54 a Milano ,
ospiterà produttori ed espositori
dall'Italia e da tutto il mondo per la prima fiera internazionale di moda etica
e solidale in Italia.
Un
appuntamento dedicato ad aziende e specialisti del settore, ma aperto al
pubblico, che permetterà
di
ammirare le produzioni di tessuti e capi di moda etica e solidale e per
approfondire i temi legati alla tutela dei
diritti del lavoro e della sostenibilità dell’industria tessile mondiale. La
Fair&Ethical Fashion Show ospiterà il convegno di rilevanza internazionale:
“La moda cambia abito. L’industria della moda tra diritti e business”, promosso
dalla Camera Nazionale della Moda, AGICES-Equo Garantito e WFTO .
“Dal
23 al 31 Maggio 2015 Milano sarà la capitale mondiale del Fair Trade grazie alla World Fair Trade Week 2015 . Nell'ambito di questo
evento unico e di portata internazionale non poteva mancare uno sguardo sul
mondo della moda, di cui Milano è tra le capitali a livello mondiale -spiega
David Cambioli, vicepresidente
AGICES-Equo Garantito -. L'industria della moda muove enormi fatturati, impiega
milioni di persone
e ha un elevato valore simbolico. Allo stesso tempo si registrano elevati
impatti a livello sociale ed ambientale,
elevati tassi di inquinamento e sfruttamento delle risorse primarie. Nel mondo
ci sono molte realtà che da tempo hanno iniziato a guardare a questo settore
attraverso la lente dell'etica. Al Fair and Ethical Fashion Show , presenteremo
uno spaccato del mondo della moda etica. Ditte e organizzazioni italiane, europee
ed extraeuropee impegnate a sviluppare produzioni attente al destino di chi
lavora e a quello dell'ambiente. Un modo pratico per dimostrare che produrre e
vestire in modo diverso si può e si deve! ”.
Da
anni il circuito mondiale del Fair Trade si è concentrato sulle politiche di
rispetto dei diritti umani,
dell'ambiente
e sulla lotta allo sfruttamento della manodopera impiegata per confezionare
prodotti di moda.
Il
risultato è stato l'avvio di centinaia di produzione etiche e il
posizionamento sul mercato di tessuti e prodotti di alta qualità e con un
valore sociale e ambientale intrinseco. Le produzioni legate al commercio
equo e solidale traducono il concetto di responsabilità della filiera
produttiva nell'affermazione di uno stile di vita e di vestire
consapevole degli impatti sociali e ambientali del consumatore.
“Fair & Ethical Fashion Show offre una
visione della moda aperta, condivisa e fortemente democratica .
Uno spazio in cui prendono forma stili,
tendenze e nuovi modi di interpretare la moda nell’intento di elaborare possibili scenari e nuovi modelli futuri capaci
di fondere tradizione, ricerca e etica. Una visione dello stile in cui i brand
tornano a dialogare con i propri utenti secondo principi di responsabilità
etica, sociale e ambientale senza rinunciare alla creatività e
all'innovazione”. Così ha dichiarato l’Assessore alle Politiche del Lavoro, Università
e ricerca, Moda e Design del Comune di Milano, Cristina Tajani.
Il Fair & Ethical Fashion Show riunirà in
via Tortona oltre 40 espositori tra produttori del commercio equo e solidale del settore, soggetti italiane e
stranieri della filiera del Fair Trade, soggetti del settore moda italiani; tutti si riconoscono e si impegnano nella
tutela dei criteri di giustizia e sostenibilità, ovvero condizioni di lavoro che
rispettano diritti, politiche commerciali eque, libertà di associazione
sindacale, rispetto per l’ambiente, l’uso di materiali riciclati o riciclabili,
sostegno alle produzioni biologiche, rapporti commerciali diretti con i
produttori sopratutto del Sud del mondo. Un corpus di norme che ha preso forma
nella Carta dei Criteri del Commercio Equo e Solidale, nel Manifesto della
Sostenibilità per la moda italiana, nella campagna Abiti Puliti. I partecipanti
al Fair&Ethical Fashion Show, aderendo all'evento, sottoscrivono questo
sistema di valori nella produzione e distribuzione. La “Carta dei criteri” -può essere scaricata dal sito worldfairtradeweek.org-.