Venerdì 20 ottobre, in occasione della 2 giorni sulla sostenibilità a Milano, Milano Fashion Library e The LIFEstyle Journal hanno ospitato un workshop sulla moda sostenibile patrocinato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana presso la Biblioteca della Moda di Via Alessandria 8 a Milano.
E' stata un'occasione per conoscere meglio due start-up di moda sostenibile Full Made in Italy: flavialarocca e Fera Libens. Ve le presento!
flavialarocca
Founder: Flavia La Rocca
Nata nel 1985 a Roma, Flavia La Rocca è la fondatrice e designer del brand che porta il suo nome, flavialarocca.
Dopo una Laurea in “Scienze della Moda e del Costume” presso l’università “ La Sapienza” di Roma, nel 2007 si trasferisce a Milano dove inizia la sua carriera in prestigiosi uffici stampa quali Blumarine, Valentino, Vivienne Westwood e Prada.
Esperienza, conoscenze e una forte passione, portano Flavia a cominciare a lavorare sul suo marchio alla fine del 2011.
L’idea di abiti modulari e la sostenibilità sono le fondamenta sulle quali costruisce il brand che vuole essere un’azienda responsabile, etica e moderna.
“Creo abiti che si prestano al gioco della moda , in maniera responsabile, dinamica e contemporanea” - Flavia
Brand: flavialarocca
Le collezioni sono pensate e composte da moduli che attraverso zip nascoste possono essere ‘smontati e rimontati’ o indossati singolarmente creando infinite combinazioni e look.
Moduli della stessa taglia anche di stagioni diverse possono essere mixati tra loro creando un guardaroba senza fine lasciando a chi li indossa la possibilità di interpretarli e di rinnovarli ogni stagione e a seconda dello stile e delle esigenze
Nel 'The Folded Looks' nello spazio di una small bag di 30x35cm ci sono 3 moduli, un cintino e 2 bretelle che creano 8 look diversi.
Flavia, quando e come è nata l'idea?
E' nata nel 2012 , su un volo Milano-Roma. Ho da sempre giocato con l'abbigliamento e conosciuto bene come si crea e costruisce un capo. Ho pensato semplicemente alle esigenze delle donne di oggi.
Credo in una moda contemporanea e democratica che debba stare a passo con i tempi e le esigenze di una donna che ha sempre meno tempo e meno spazio, ma che ha voglia e/o bisogno di esprimersi al meglio anche nell'abbigliamento.
Credo in una donna che ha voglia di giocare con l'abbigliamento creandosi il suo guardaroba senza fine.
Perché hai deciso di lavorare nella moda sostenibile?
Ho sempre avuto un interesse ed un attenzione alla sostenibilità a livello personale, appena ho potuto l'ho tradotta nel mio lavoro.
Credo molto in una moda sostenibile , credo sopratutto che ora con le tecnologie e le nuove possibilità che abbiamo a disposizione non ci si possa esimere dal fare un prodotto che limiti gli sprechi, l’impatto ambientale e sia realizzato in maniera etica per questo ho deciso di utilizzare tessuti riciclati (provenienti dalla lavorazione delle bottiglie di plastica), rigenerati (nati da vecchi tessuti rilavorati) o 100% naturali, e di produrre tutto in Italia limitando al minimo i trasporti e quindi le emisisoni di Co2 avvalendomi di laboratori che io stessa visito e conosco. La mia idea di sostenibilità va oltre arrivando anche a comprendere il concetto di base del marchio in sè, la modularità. La possibilità infatti di utilizzare lo stesso capo in modi diversi fa si che vengano risparmiati tessuto, materie prime ed energia impiegate per la realizazzione di capi diversi e che si allunghi il ciclo di vita del prodotto.
Quali sono le difficoltà che incontri nella moda sostenibile?
La difficoltà di avere a volte scelte limitate nei materiali a livello di colore e fattibilità.
Per il resto è mio interesse e mia scelta selezionare i fornitori sapendo che producano in modo etico potrei dire che rispetto ad un brand che non se ne preoccupa pago di più la mia manodopera, ma questa per me non è una difficoltà è una scelta e non potrei fare altrimenti.
Cosa ti motiva?
La mia forte passione e la voglia di poter essere anche se in piccola parte ora parte di un sistema che può cambiare e sta cambiando. Responsabile, Sostenibile, Etico.
Progetti per il futuro?
Continuare a costruire il futuro del marchio tenendo ben fermi e saldi i valori ed il concept e continuare a veicolare informazioni importanti riguardo la produzione etica e sostenibile affinchè il consumatore finale sappia valutare ogni suo acquisto riconoscendo dietro il prodotto che compra chi ci ha lavorato, in quali condizioni e a quale costo.
Fera Libens
Cofounder: Francesco Virtuani
Laureato in
Economia e Commercio (l. quadriennale) e in Storia dell’Arte (l. triennale),
nel 2013 ha conseguito un dottorato di ricerca in Design presso il Politecnico
di Milano. Ha lavorato per diversi anni nel marketing del largo consumo in
qualità di product manager per marchi noti e in seguito ha collaborato con enti
culturali e istituzioni universitarie nell’ambito della gestione e della
didattica dei beni culturali.
Brand: Fera Libens
Francesco, quando e come è nata l'idea?
L'idea nasce un paio di anni fa sulla base di riflessioni legate
alla scelta di non mangiare carne.
Perché hai deciso di lavorare nella moda sostenibile?
Perché penso si possa vivere
in maniera più consapevole senza per questo fare troppe rinunce, in termini di
qualità e estetica del prodotto. Ritenevo che il mondo delle calzature fosse un
buon terreno per un progetto simile.
Quali sono le difficoltà che incontri nella moda sostenibile?
Difficoltà di far capire il prodotto,
di farne percepire la qualità reale.
Cosa ti
motiva?
L'idea di dare un contributo, anche se piccolo, ad uno sviluppo di tipo
sostenibile; avere per lavoro una attività stimolante, da indipendente.